Buon pomeriggio. Ieri sera ha fatto un bel temporale, per fortuna senza danni ma ha regalato un po' di aria fresca e diminuito la calura estiva. Oggi parliamo nuovamente di libri ed ecco quello che ho finito di leggere qualche giorno fa: Mare al mattino di M. Mazzantini
"Pensava soltanto a quello. Riportare la sua vita a quel punto. Nel punto dove si era interrotta. Si trattava di unire due lembi di terra, due lembi di tempo. In mezzo c'era il mare. Si metteva i fichi aperti sugli occhi per ricordarsi quel sapore di dolce e di grumi. Vedeva rosso attraverso quei semi. Cercava il cuore del suo mondo lasciato". Farid e Jamila fuggono da una guerra che corre più veloce di loro. Angelina insegna a Vito che ogni patria può essere terra di tempesta, lei che è stata araba fino a undici anni. Sono due figli, due madri, due mondi. A guardarlo dalla riva, il mare che li divide è un tappeto volante, oppure una lastra di cristallo che si richiude sopra le cose. Ma sulla terra resta l'impronta di ogni passaggio, partenza o ritorno che la scrittura, come argilla fresca, conserva e restituisce. Un romanzo di promesse e di abbandoni, forte e luminoso come una favola.
Ho conosciuto la scrittrice con Non ti muovere, ho letto anche Venuto al mondo e Nessuno si salva da solo.
Direi che questo libro è quello che mi è piaciuto di meno, non mi ha colpito e ho faticato a finirlo. Meno male che è un volume di poco più di un centinaio di pagine.
Sbaglio o in questo periodo mi capitano libri insoddisfacenti?
Il prossimo che devo iniziare è un romanzo di Evans Nicholas. L'ho preso in biblioteca con molti dubbi, non ho mai letto nulla dell'autore e lo conosco solo perché ha scritto L'uomo che sussurrava ai cavalli.
Inizierò a leggerlo e vedremo se anche questo andrà a finire nella lista grigia.
Buona lettura. Tiziana
"Pensava soltanto a quello. Riportare la sua vita a quel punto. Nel punto dove si era interrotta. Si trattava di unire due lembi di terra, due lembi di tempo. In mezzo c'era il mare. Si metteva i fichi aperti sugli occhi per ricordarsi quel sapore di dolce e di grumi. Vedeva rosso attraverso quei semi. Cercava il cuore del suo mondo lasciato". Farid e Jamila fuggono da una guerra che corre più veloce di loro. Angelina insegna a Vito che ogni patria può essere terra di tempesta, lei che è stata araba fino a undici anni. Sono due figli, due madri, due mondi. A guardarlo dalla riva, il mare che li divide è un tappeto volante, oppure una lastra di cristallo che si richiude sopra le cose. Ma sulla terra resta l'impronta di ogni passaggio, partenza o ritorno che la scrittura, come argilla fresca, conserva e restituisce. Un romanzo di promesse e di abbandoni, forte e luminoso come una favola.
Ho conosciuto la scrittrice con Non ti muovere, ho letto anche Venuto al mondo e Nessuno si salva da solo.
Direi che questo libro è quello che mi è piaciuto di meno, non mi ha colpito e ho faticato a finirlo. Meno male che è un volume di poco più di un centinaio di pagine.
Sbaglio o in questo periodo mi capitano libri insoddisfacenti?
Il prossimo che devo iniziare è un romanzo di Evans Nicholas. L'ho preso in biblioteca con molti dubbi, non ho mai letto nulla dell'autore e lo conosco solo perché ha scritto L'uomo che sussurrava ai cavalli.
Inizierò a leggerlo e vedremo se anche questo andrà a finire nella lista grigia.
Buona lettura. Tiziana
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